Nei mesi passati il territorio si è trovato a lungo ‘messo in pausa’ ed è stato involontario protagonista di una trasformazione profonda: l’imposizione di norme di distanza fisica e sociale ne hanno modificato la percezione, le pratiche e le possibili forme di comunicazione connesse. Nei fatti, il territorio si è posto sempre di più al centro dell’attenzione, non solo per la su dimensione praticata ma anche per la sua portata simbolica.
Il paradigma territoriale, fatto di relazioni, di spostamenti, di narrazioni, di memorie è venuto ricomponendosi secondo parametri diversi. Si riconfigura un nuovo nesso tra territori reali e virtuali: il territorio ibrido. Si pone allora il problema di riattivare forme di rappresentazione e strategie di comunicazione che vadano oltre i ‘surrogati di realtà’ improvvisati – di necessità – durante le fasi di crisi. Emerge la domanda di un salto in direzione di una comunicazione professionale basata sulla ricerca e la sperimentazione di prototipi comunicativi finalizzati alla comunicazione del territorio e adeguati alla nuova fase post pandemica.
La geolocalizzazione, ad esempio, non è più soltanto una componente di natura tecnologica ma diventa un paradigma generale per la comunicazione, il cuore dei suoi dispositivi, il baricentro dei suoi artefatti. Tramite i sistemi di geolocalizzazione, informazioni, contenuti, dati di diversa natura, narrazioni, ma anche la stessa presenza umana, vengono connessi di continuo ai luoghi. Si conferma che il design della comunicazione è sempre anche costruzione di contenuti; e in questo senso il ‘modello editoriale’ si estende a una pluralità di prototipi sperimentali.
L’idea stessa di comunicazione per il territorio connessa all’idea di territorio ibrido non riguarda più solo la valorizzazione delle emergenze fisiche ma contempla una rete di contenuti, di presenze sociali, di pratiche territoriali stratificate a più livelli (layer territoriali). Ci muoviamo nell’ambito di una user experience del territorio intesa come esperienza consapevole del paesaggio sociale e culturale che richiede un approccio e una comunicazione non convenzionali.
1. Sul piano progettuale, comunicare il territorio implica rappresentare luoghi e annettere contenuti a luoghi tramite specifici artefatti. Rappresentare luoghi e annettere contenuti a luoghi attiva un meccanismo evocativo presente nei format per dispositivi per la comunicazione del territorio: nascono così tracciati emozionali, la creazione di percorsi inediti, forme di condivisione e di dimensioni partecipative. La rappresentazione tramite mappa si colloca ad un nuovo e più alto livello: dispositivi a mappa digitale divengono collettore di contenuti esperienziali e catalizzatore di comunicazione transmediale.
2. La figura professionale che il laboratorio individua è quella di un progettista maturo, in grado di individuare strategicamente e di coordinare e gestire contenuti complessi (regìa dei contenuti).
La gestione di contenuti digitali per la comunicazione del territorio è una competenza sempre più spesso richiesta da imprese, agenzie di comunicazione, istituzioni locali interessate ai patrimoni culturali e territoriali. Sono richieste nuove competenze e sensibilità: linguaggi e strumenti adeguati a un nuovo racconto dei contenuti esperienziali e delle pratiche territoriali, regìa avanzata di contenuti, sperimentazione di prototipi comunicativi.
Lo stesso sguardo turistico (Urry,1992) alla base del sistema convenzionale del turismo è venuto via via articolandosi e va mutando radicalmente. Tra i nuovi turismi, il turismo culturale, il turismo di prossimità, il turismo sostenibile ma anche la vita urbana partecipata preludono a nuovi modelli anche sul piano comunicativo. costruzione di inediti storytelling territoriali. Chiedono di andare oltre il sistema convenzionale delle pratiche turistiche, verso nuove forme di approccio differenti dal turismo di consumo o di massa tradizionalmente inteso.
3. Il modello didattico il laboratorio fornirà:
– analisi di casi studio utili alla progettazione di artefatti e sistemi per la gestione di mappe di geolocalizzazione
– criteri di individuazione e di inquadramanto della scala territoriale
– tools per la costruzione di linguaggi finalizzati alla rappresentazione di luoghi e contenuti territoriali
– interventi teorici sui livelli propri della comunicazione territoriale, sulle tipologie comunicative, di sulla traduzione cartografica e sistemi di personalizzazione di mappe.
Il laboratorio opera in analogia con i processi di redazione della tesi di laurea, lascerà ampia autonomia di proposta a partire dalla fase di elaborazione del concept strategico basato sul brief di progetto. Ai fini progettuali saranno adottati i più diversi linguaggi e strumenti comunicativi in ambito analogico-digitale: dalla rappresentazione grafica e audio-video ai sistemi di interazione su web in funzione delle loro potenzialità comunicative; verranno così valorizzate le diverse competenze maturate in precedenza nel corso dell’iter formativo.
Il laboratorio opererà per fasi temporali che comprenderanno al loro interno più livelli:
– un livello dell’attività laboratoriale è dedicato a interventi teorici, contributi esemplificativi, riferimenti bibliografici idonei e a fornire strumenti analitici e di metodo per l’avvio delle esplorazioni territoriali e dei concept di artefatti con la condivisione analitica di casi studio;
– un livello dedicato allo specifico concept di progetto, alle strategie di contenuti e di articolazione di format e dispositivi per l’esperienza e la comunicazione praticata del territorio;
– la fase di produzione – alla quale verrà dedicato ampio spazio – prevede, in un’alternanza di tecniche e strumenti, la realizzazione di format sperimentali, artefatti strutturati per la comunicazione del territorio.
Cultori della materia:Beatrice Borghi, Clorinda Galasso, Vincenzo D’Abbraccio
Anno accademico: 2021/2022